Teresa Meroni e la marcia delle donne del 1917, una storia da ricordare

Furono 1500 le operaie che scesero in strada e che decisero di urlare il loro “no” alla guerra

La chiamavano “la Teresina”, ma quel diminutivo era solo un modo affettuoso per una donna forte e determinata, dotata di un grande carisma: Teresa Meroni riuscì a dare a 1500 donne la forza di marciare per i loro diritti, in un momento difficile in cui davvero le donne italiane immaginarono che per loro fosse arrivato il momento di farsi sentire. La rivoluzione era nell’aria in quell’estate del 1917 e anche le donne della Val di Bisenzio furono contagiate.

Era il 2 luglio 1917, a Prato, in Val di Bisenzio, le fabbriche lavoravano a pieno ritmo per rispondere alle richieste di un paese in guerra. Stremate dalla fame e dalla fatica, in fabbrica c’erano le donne a lavorare, gli uomini erano al fronte. Quando giunse la notizia che erano richiamati alle armi anche i nati nel 1899, appena diciottenni, le donne decisero che non potevano più sopportare, che era ora di protestare. E così fecero.

teresa meroni - Marco Perna graphci novel

Teresa Meroni raccolse un gruppo di donne che partirono da Cantagallo e attraversarono tutta la val di Bisenzio, percorrendo una trentina di chilometri. Lungo il percorso si aggiunsero altre donne, che lasciarono il loro posto in fabbrica per aderire alla protesta. Quando arrivarono a Prato, il capoluogo, erano 1500. Naturalmente le forze dell’ordine le bloccarono, i cavalleggeri le caricarono, in tante furono arrestate a processate. Una vergogna per l’epoca, per tante donne che volevano far sentire la propria voce, impegnate in fabbrica a fare il lavoro degli uomini senza avere gli stessi diritti e lo stesso stipendio. Teresa Meroni fu condannata a 3 mesi di reclusione e 60 lire di multa, ma non fu la sola. Anche molte altre donne furono condannate.

Questa pagina di storia straordinaria è adesso raccontata in una graphic novel prodotta dal CDSE dal titolo “Valdibisenzio 1917. Donne in marcia contro la guerraa cura di Alessia Cecconi e Marco Perna con la collaborazione di Luisa Ciardi e Roberta Chiti per le ricerche d’archivio. I disegni sono di Marco Perna (che tra l’altro aveva la nonna e la zia nella marcia del 1917).

Teresa Meroni

Nel volume c’è molto di più: innanzitutto c’è l’elenco delle schedate, donne arrestate dai Carabinieri nei giorni dal 2 al 5 luglio 1917, interrogate e anche condannate per aver manifestato contro la guerra. Tutte furono schedate: in un territorio operaio, certo non nuovo a iniziative di protesta, era importante soffocare qualsiasi velleità. Le donne dovevano vergognarsi del loro gesto, le autorità furono irremovibili.

Teresa Meroni non si dette per vinta e il suo impegno per l’ottenimento di maggiori diritti per i lavoratori e per le donne andò avanti anche negli anni successivi. In seguito alla marcia del 1917, venne mandata al confino, ma alla fine della guerra tornò e riprese il suo lavoro da sindacalista. Fu anche grazie a lei che nel 1919 i lavoratori della Val di Bisenzio ottennero il riconoscimento delle otto ore lavorative.

Adesso il territorio di Prato le rende omaggio con una serie di eventi che si svolgeranno nel mese di luglio, in occasione del centenario della marcia. Il ciclo di eventi si intitola 1917-2017: la marcia contro la guerra delle donne della Val di Bisenzio

 

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