La moglie di….un’abitudine non solo italiana

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A un tratto la tv si è riempita di mogli: mogli tradite, vendicative, fredde, insoddisfatte. Eternamente in secondo piano. Mi piacciono moltissimo le serie americane e adoro quelle nuove che ci propone Sky Atlantic. “House of cards”, “Scandal”, “Newsroom”, “Revenge”: storie di donne nevrotiche nevrotiche il cui unico pensiero nella vita e’ amare e farsi amare. Eterni personaggi secondari, vittime delle proprie passioni, che stanno accanto a uomini improbabili che non le amano e non le vedono per quello che sono. E’ così che veniamo presentate al mondo, e’ questo il nostro biglietto da visita. Come Jessica rabbit “non sono così, e’ che mi disegnano così”: ecco, se è così che noi donne dobbiamo essere raccontate, banalizzate, rappresentate, come persone in cerca di marito e figli, il cui unico desiderio e’ accudire il nido, non ci saranno quote rosa che potranno aiutare ad assumere un urlo maggiore nella società. Perché alla fine, anche quando il potere arriva, secondo quel mondo stereotipato che ci vuole raccontare, noi esercitiamo il potere sempre vittime delle nostre passioni, accecate da qualcosa di insensato ma potente: l’amore romantico, la passione. Non esiste successo se non sei la moglie di qualcuno molto giusto.
Per rimettere in funzione il cervello e ricordare quello che siamo, vivamente consigliata la lettura di Sue Miller, una scrittrice americana molto apprezzata nel suo paese, ma praticamente sconosciuta da noi. Il libro che ho amato di più e’ “La buona madre”, ma anche “La moglie del senatore” non e’ male. Nonostante la trama non brilli di originalità, le donne sono le protagoniste dei suoi libri, donne vere, con le loro fragilità ma anche con i loro punti di forza. Ad esempio la depressione post parto di Meri merita di essere letta in questo libro. Finalmente non veniamo raccontate in maniera bidimensionale, ma in HD, un’esperienza diversa per il nostro pubblico.