Il sindaco di Volterra ha deciso di rallentare la propria vita per godere del momento della nascita del proprio figlio: una scelta che lo ha subito bollato come “mammo”, un termine che non mi sembra includa anche un giudizio sulla sua scelta.
Il primo pensiero che mi è saltato alla mente leggendo questa notizia è stato “Beato lui!”, ma evidentemente più di una persona l’ha trovata una scelta naif (per fortuna stamani il Corriere Fiorentino ha pubblicato un commento di Enrico Nistri con il quale sono assolutamente d’accordo). Non credo che un uomo debba vergognarsi di avere il desiderio di essere presente nei primi mesi di vita del proprio figlio; se riesce a organizzare la propria vita per godere di questo momento, è una scelta del tutto in linea con quello che sono i padri di oggi, uomini che stanno mettendo in gioco secoli di emotività repressa e nascosta. Trovo molto più triste che noi donne vogliamo invece dimostrare come il momento della nascita sia assolutamente naturale e poco sconvolgente, che ci ostiniamo a dimostrare di non avere bisogno nè di aiuto nè di riposo. Lo dico io che nel caso di entrambi i miei figli sono andata in ufficio fino al giorno prima del parto e che appena tornata a casa ero già attaccata al computer per dimostrare al mondo che “tutto era come prima”. Ma tutto non era come prima, c’erano i miei figli a dimostrarmi che il mio mondo era diventato stupendamente più ricco.
Ha fatto bene il sindaco di Volterra, auguro a tutti i padri che possono un bel congedo, perchè certi momenti non tornano più.