“Suffragette” visto con gli occhi di mia figlia di 10 anni

Oggi pomeriggio andare a vedere “Suffragette” con mia figlia mi era sembrata un’ottima idea. E non solo perché pioveva e quindi il cinema era il posto più accogliente che potessimo trovare. Volevo vedere con lei proprio quel film, per avere l’occasione di parlare con lei delle donne, della nostra storia, di quello che la società si è aspettata da noi per secoli. A 10 anni su certe cose è giusto iniziare a riflettere.

E così siamo andate al cinema. Prima di entrare non le avevo detto molto: solo che era un film sulla storia del voto alle donne. Già questo l’aveva confusa. “Perché le donne non potevano votare?”, mi ha chiesto. E le ho spiegato che secoli gli uomini ci hanno ritenute essere inferiori, meno capaci di loro, fragili esseri da difendere. Mi ha guardato con occhi sorpresi: evidentemente lei non si è mai resa conto di essere diversa dai suoi compagni maschi e non ha nemmeno mai preso in considerazione che qualcuno potesse crederlo.

Effettivamente io alla sua età avevo già chiaro in mente di non essere uguale ai miei fratelli, sapevo che per me valevano regole diverse. Ma lei si è sempre sentita libera di essere quella che vuole essere: ignorare Violetta, non toccare mai una Barbie, non giocare con i bambolotti, ma fare l’album delle figurine dei calciatori, sono tutte scelte che ha fatto senza che io mai le dicessi “Non puoi, sono cose da maschi”.

Il film è iniziato, si è immersa nella storia e ogni tanto mi ha fatto qualche domanda. Alla fine anche io avevo capito delle cose di lei e non sono forse riuscita a trasmetterle quello che volevo:

  1. La questione di genere non è un tema che la riguarda. Come ho già detto sopra, si sente uguale ai compagni maschi, non sente di avere meno diritti, non sente di doversi adeguare a un modello
  2. Le donne del film hanno un ideale fortissimo, che le guida in una lotta dura e importante. Ma di fronte alla protagonista che si lascia portare via il figlio, lei ha smesso di capire: per un bambino non c’è niente di più tremendo che essere diviso dalla madre, dopo quel momento l’eroina ha smesso per lei di essere tale, ha iniziato a guardarla con sospetto
  3. Altra cose che non le quadrava: “perché se loro chiedevano diritti per tutte le donne, tante donne le hanno ostacolate?”. Bella domanda. Come dirle che è tipico di noi donne? come spiegarle che le battaglie delle donne hanno sempre dovuto fare i conti non solo con la caparbietà degli uomini, ma anche con l’avversione di tante donne?
  4. Non tutte le donne votano: ad esempio non votano in Arabia Saudita, come ci informa il film in chiusura. Quella non è una battaglia lontana, ma per alcune donne è di grande attualità.

E poi, non appena si sono accese le luci, mi ha detto “Mamma, ma è una storia vera?”. Verissima. Ed è grazie a donne come quelle che tu oggi, piccina mia, puoi diventare la donna che desideri.

 

condividi