“Se permettete parliamo di donne” è stato il primo film di Ettore Scola, girato nel 1964. In pieno boom economico, questo giovane regista e sceneggiatore girò un film dove riuscì subito a dimostrare il proprio talento…ma si dimenticò di parlare delle donne. Già la locandina ci fa capire che quello di cui voleva parlare era del “mattatore” Gassmann.
Non che manchino le donne nel film, anzi. Ma sono proprio come nella locandina: in secondo piano, molto sfocate e sopratutto ritratte in maniera un po’ volgare e piene di stereotipi.
In “Se permettete parliamo di donne”, un film a episodi, come andava tanto di moda all’epoca, le donne sono tutte molto ingenue e molto vogliose. Le donne sono sedotte o seduttrici. Tutto ruota intorno a questo, al sesso.
Certo, all’inizio degli anni Sessanta il tema era ancora “da sorrisini” e “gomitate” e le battutacce facevano sorridere trasversalmente. Non c’era il divorzio, c’era ancora il delitto d’onore, il mondo era tutto diverso. Erano solo 50 anni fa.
Infatti il film ebbe un grande soggetto pubblico, anche se Scola poi ha cercato un po’ di rinnegarlo: non era proprio contento di questo lavoro, da lui stesso ritenuto un po’ troppo maschilista. Ma non avrebbe dovuto rammaricarsi, i tempi erano quelli.
Le donne stavano uscendo da casa, iniziavano a far parte anche della vita politica del nostro paese. E qual è il modo migliore che ha un uomo per cercare di depotenziare una donna? renderla un oggetto sessuale, divertente e voglioso. La carriera di tante donne si è fermata per questo, per quel potere di agire sulla costruzione dell’immagine di una donna che spesso gli uomini sono in grado di attivare. E l’immagine è tutto.