Gabriella, quando essere donna significa avere il coraggio di partire

Gabriella l’ho incontrata per caso, una delle tante badanti che ho conosciuto negli ultimi anni, circondata da anziani da accudire. Ogni donna che ho conosciuto e che fa questo lavoro aveva una storia diversa, qualcuna fuggiva da una famiglia che la opprimeva, da un marito che la picchiava; qualcun’altra viveva il suo soggiorno in Italia come un esilio, struggendosi di nostalgia. Poi ho conosciuto Gabriella, 35 anni, romena, molto ambiziosa. Ha provato a fare tanti lavori negli 8 anni in cui ha vissuto qui, ma non ha mai trovato stabilità. E non perché non sia brava, ma solo perché è appunto ambiziosa, coltiva un sogno. Prima di lasciare il suo paese studiava architettura all’università, ma poi, essendo la più piccola di tre sorelle, e’ stata costretta a partire e lasciare gli studi per aiutare i genitori, che con la loro pensione non ce la fanno. Disegnare resta il suo sogno, ha provato a inventarsi delle cose, disegnando borse, magliette, cercando di avviare un’attività con qualche italiano. Tentativi falliti perché nonostante il suo italiano perfetto, resta una straniera, che quindi non viene presa sul serio. E così quando non ha soldi, si mette a fare la badante, senza perdere il sorriso, continuando a parlare del suo sogno, disegnando, per non rassegnarsi a perdere la speranza di potersi emancipare da una vita di precarietà. In Gabriella mi ha colpito l’orgoglio dell’ambizione, così come ho sempre ascoltato con tanto rispetto le donne che vengono qui in Italia per prendersi cura dei nostri anziani; donne forti, che trovano il coraggio di prendersi la responsabilità della famiglia, che si lasciano alle spalle figli e mariti ubriachi, perché il mercato vuole loro. La cura della loro famiglia passa in secondo piano, devono portare i soldi a casa, una rivoluzione copernicana anche per noi. Queste donne forse sono le pioniere di un nuovo modello di donna anche per noi…..ci devo pensare un po’ su’….

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