Donne in fuga, una tentazione alla quale ha ceduto anche Agatha Christie

Nel 1926 la celebre scrittrice scomparve misteriosamente. Il rapporto tra donne e fuga è molto usato nei libri: qui ve ne indico qualcuno

Era il 3 dicembre del 1926 quando Agatha Christie scomparve misteriosamente: la sua auto fu trovata in fondo a un dirupo e di lei non c’era traccia. Per undici giorni di questo mistero si interessò la stampa di tutto il mondo: era già una giallista conosciuta e la sua scomparsa faceva pensare che fosse diventata la protagonista di uno dei delitti di cui scriveva così bene. Ma non era così: Agatha Christie era semplicemente fuggita. Le donne e la fuga: un tema che mi ha sempre molto affascinato. Ma quella di Agatha Christie fu una fuga particolare.

Era appunto il 3 dicembre del 1926 e dopo aver abbandonato l’auto, Agatha Christie si rifugiò ad Harrogate, all’Old Swan Hotel, una cittadina dello Yorkshire famosa per le cure termali. Trascorse lì dieci giorni, mentre la stampa si scatenava in congetture sulla sua misteriosa scomparsa. Ma allora non c’era internet e il suo volto non era così noto e questo le permise di stare in pace per qualche giorno. Poi, dopo una decina di giorni, un ospite dell’albergo la riconobbe e avvertì le autorità. Si era registrata in albergo con il nome di Theresa Neel.

Harrogate - Old Swan Hotel

Il marito andò a prenderla e raccontò alla stampa che soffriva di amnesia, a causa della recente scomparsa della madre. Era morta di recente ed Agatha era sconvolta. La verità era invece un’altra: Theresa Neel era la segretaria del marito, divenuta sua amante. Il marito voleva divorziare e lei pensò di inscenare la sua scomparsa per far ricadere su di lui la colpa di un possibile delitto: i due amanti vivevano la loro storia alla luce del giorno e Agatha decise di fuggire dall’imbarazzo. Si sarà fatta delle belle risate leggendo i giornali dal tranquillo rifugio dello Yorkshire. Tra l’altro poi il marito la lasciò davvero e sposò la segretaria; ma anche lei si sposò di nuovo e continuò a scrivere gialli per altri 50 anni.

Le donne e la fuga: è un tema che su di me esercita un grande fascino. Quando le donne scompaiono lo fanno spesso silenziosamente, esasperate, lasciandosi tutto alle spalle. O almeno la letteratura ce le racconta così.

Su questo tema uno dei miei libri preferiti è “Per puro caso” di Anne Tyler, una scrittrice grandiosa nel raccontare storie minime di gente comune. E’ la storia di Delia che a 40 anni, per caso appunto, abbandona la famiglia e i tre figli dai quali non si sente apprezzata. Sceglie una cittadina anonima e inizia una vita semplice, che le fa scoprire molte cose di sè.

Di genere diverso, ma mi è piaciuto molto anche “Wild” di Cheryl Strayed. E’ la storia dell’autrice che decide di mettersi alla prova con un lungo ed estremo cammino sulla Pacific Trail Coast, per superare i propri limiti e riprendere il filo di una vita di cui aveva perso il controllo. Tra l’altro questo libro è diventato di culto in America e ci sono gruppi di donne che si incamminano per fare il percorso di Cheryl. Infatti non solo la Strayed ha superato prove durissime per portare a termine la sua missione, ma soprattutto ha sfatato un mito: chi l’ha detto che una donna non possa dormire da sola in mezzo a un bosco senza avere paura? Non ci sarà mica qualcuno qui che pensa che siamo il “sesso debole”?

Più recentemente ho letto “Eroi della Frontiera” di Dave Eggers (che tra l’altro ho recensito qui per Culturalmente). Ed ecco Josie, anche lei 40 enne e anche lei in fuga da una vita che aveva preso una direzione che non le piaceva. E’ una fuga particolare la sua, però, perché porta con sé i figli. Come in tutti i libri di Dave Eggers, dietro la storia si racconta molto di più: qui c’è una critica feroce al sogno americano.

Insomma,  a me piacciono molto i libri che parlano di donne in fuga: ne avete qualcuno da consigliarmi?

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