Colonia e le donne, un bersaglio perfetto

Siamo fragili. O forse no. Però siamo ancora un bersaglio, ci troviamo in una posizione di debolezza che ci mette nella condizione di essere vittime. I fatti accaduti a Colonia la lotte di Capodanno ce lo confermano.

Potete leggere qui quello che è successo, per chi se lo fosse perso:

Colonia, a Capodanno un migliaio di uomini aggredisce decine di donne

La forza fisica è davvero l’unica arma possibile per vincere la discriminazione? non lo so. Però mi viene da pensare che se quelle donne, invece di avanzare lentamente in mezzo ai palpeggiamenti e alle offese, si fossero ribellate e avessero risposto con una serie di calci ben assestati, forse qualcosa sarebbe successo. Qualcuno le avrebbe prese, qualcuno le avrebbe date. Sarebbe successo un putiferio, sarebbe arrivata la polizia, che in quel momento evidentemente non c’era.

Ma noi donne non siamo fatte così, non ci interessa scatenare il caos. Lo sanno bene i nostri aggressori, che puntano tutto sulla nostra forza di silenziosa sopportazione, su quella che ci permette di sentirci umiliate ma allo stesso tempo anche un po’ colpevoli. Perché altrimenti non si spiegherebbe come una notizia del genere sia uscita fuori dopo così tanti giorni. Quante donne hanno subito molestie quella sera a Colonia ma non hanno parlato fino a quando qualcun altro ha iniziato a denunciare?

Ma siamo davvero così fragili come il mondo ci descrive e come veniamo educate a percepirci? Perché forse è questo uno dei primi stereotipi da combattere. Non siamo fragili, siamo forti e non siamo destinate ad essere vittime.

Il nostro silenzio ci condanna.

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