“La bastarda della Carolina” è un libro troppo duro per un adolescente?

“La bastarda della Carolina” di Dorothy Allison, edito da Minimum Fax, è un libro violento. Non è uno di quei libri che ti descrive la violenza nei minimi particolari, quelle scene così particolareggiate che a volte ti fanno pensare che l’autore quasi tragga godimento nel raccontarle. La violenza viene descritta con pudore, ma è un pugno nello stomaco proprio per questo. Hanno fatto bene nelle scuole americane a fare una vera e propria crociata per metterlo al bando: per i nostri ragazzi abituati a telefilm con corpi martoriati, questo libro è troppo.

Stephen King e sua moglie, che hanno fatto una campagna perché il libro venisse nuovamente inserito nelle biblioteche scolastiche e hanno pagato di tasca propria l’acquisto di un gran numero di copie da regalare alle scuole hanno preso un abbaglio. I nostri ragazzi non hanno bisogno di questo.

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Paura di volare di Erica Jong, musica per le mie orecchie

Vent’anni dopo la prima lettura, ascoltare l’audiolibro di questo best seller del femminismo è stato sorprendente

Quando ho letto la prima volta “Paura di volare” di Erica Jong avevo poco più di vent’anni. A quell’epoca probabilmente mi affascinava la sua idea della “scopata senza cerniera”, quell’idea di sesso come pura sperimentazione, per conoscere meglio il proprio corpo e i propri limiti. Poi Storytel ha pubblicato l’audiolibro e mi è venuta voglia di ascoltarlo di nuovo. E’ stato sorprendente.

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“Quaderno Proibito” di Alba De Cespedes: il diario di una persona qualunque

Scritto 70 anni fa, è la storia di Valeria: 43 anni, madre, moglie e mai donna

Le pagine ingiallite, un’autrice che ormai è introvabile, un titolo che fa sorridere in quella copertina stile anni Sessanta: niente mi aveva preparato al libro che poi mi sono trovata ad affrontare, in alcune parti un vero cazzotto nello stomaco. “Quaderno Proibito” di Alba De Cespedes ha per protagonista una donna senza troppi fronzoli, che si definisce anzitutto madre, moglie, figlia. Divisa tra lavoro e famiglia, non ha mai tempo per sé: pensa a tutti ma nessuno pensa mai a lei e alle sue esigenze. Tutti intorno a lei danno per scontato che la sua soddisfazione e il suo appagamento risiedano in quel prendersi cura di loro.

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Cara Virginia Woolf non basta una stanza tutta per sé per far emergere la letteratura femminile

“Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi” diceva Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sè”. Per la scrittrice inglese se le donne avessero avuto il tempo e le risorse necessarie per scrivere, sarebbero riuscite a raccontare il mondo secondo il loro personale punto di vista. Il mondo ce lo hanno sempre raccontato gli uomini (nella maggioranza dei casi bianchi) e per le donne c’è sempre stato poco spazio.

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I buoni propositi e le stanze tutte per sé

Sono stata un po’ in silenzio. Elaboravo buoni propositi. Ho fatto un lungo viaggio nella mia stanza, che è sempre molto affollata. E non solo di persone, ma anche di pensieri.

Diceva Virginia Woolf:

Una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé, se vuole scrivere romanzi. 

Io non ho né soldi né una stanza tutta per me, ma per fortuna non voglio scrivere romanzi. Voglio scrivere, però. E voglio scrivere di donne, un tema   forse abusato negli ultimi tempi. Per andare contro agli stereotipi si creano nuovi stereotipi e non si capisce più niente.

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Le donne leggono di più, ma pubblicano di meno….ma è proprio vero?

Amo la letteratura femminile. Una scelta fatta da grande, che mi costringe a cercare autrici seguendo percorsi che mi portano a scovare a volte dei veri gioielli. Che a volte trovo in edizione cartacea nella biblioteca di casa, che sono stati editati in passato e poi mai più riproposti. Le donne leggono di pi degli uomini, questo lo dimostrano tutte le statistiche.

Eppure in cima alle classifiche dei libri più venduti ci sono sempre uomini. Ultimamente fanno capolino le scrittrici di gialli, un genere che a quanto pare è concesso scrivere a una donna. E poi ci sono i romanzi rosa, anche questi concessi alle donne. Quindi le donne possono oggi sperare di vedersi pubblicato un libro se è un giallo o un romanzo d’amore. E siccome le donne sono testarde, se nessuno pubblica il loro libro lo pubblicano da sole, ne vendono un sacco di copie e poi un editore sveglio è costretto a pubblicarle.

Non voglio fare un discorso generalista, così è come funziona in Italia. All’estero, in primis in USA, le cose funzionano diversamente. Innanzitutto la scrittura creativa si insegna all’università e questo porta inevitabilmente all’emersione di scrittrici femminili.

Le donne sono ottime lettrice, ma leggono di tutto. Quando un libro le intriga che l’autore sia un uomo o una donna conta poco. Gli uomini preferiscono leggere invece autori maschili. Ho spesso cercato di capire perché, senza darmi una risposta. Sembra quasi che la cultura e l’arte in mano a una donna diventino di serie B, che le storie raccontate dalle donne siano poco interessanti, storie minime. Le donne in effetti non scrivono epopee, ma indagano piccoli ambienti, vicende familiari; raccontano mondi più delimitati, ma lo fanno con grande intensità.

E voi siete influenzati dal genere dell’autore del libro che volete leggere?