Trovare un libro di Alba De Cespedes è stata una piccola avventura: poi in una libreria di usato ho trovato “Nessuno torna indietro” in una vecchia edizione Mondadori. E’ questa la fine che fanno le scrittrici donne, anche se i loro libri sono usciti in 30 Paesi. Le scrittrici non vengono insegnate a scuola, finiscono nella polvere di una vecchia libreria sperando che qualcuno le trovi per caso. Ma parliamo di Alba De Céspedes.
Una scrittrice italiana importante, che ha pubblicato libri, poesie, si è occupata di radio e televisione. Una protagonista importante del suo tempo, Alba De Cespedes ha pubblicato il suo primo romanzo “Nessuno torna indietro” nel 1938. E’ un libro importante per le donne dell’epoca, punta il dito sulla condizione della donna, sulla sottomissione alla famiglia di cui soffriva, sull’incapacità delle donne di liberarsi da un’oppressione troppo forte delle convenzioni.
Nel periodo fascista il regime chiese il ritiro del libro dal mercato, ma l’editore Mondadori riuscì ad evitarlo. Alba De Céspedes non diceva cose banali, il suo libro ha segnato una generazione di donne, che ha iniziato a pensare che forse non esiste solo un modo di vivere, ma che si possono fare scelte diverse.
Il romanzo parla di un gruppo di ragazze che studiano all’Università a Roma e sono ospitate all’interno di un convento. Sono donne diverse, ognuna con la propria storia e con i propri segreti. Qualcuna di queste donne si stacca dalla strada tracciata per lei dalla famiglia e dalla società dell’epoca, rinuncia al matrimonio e alla sicurezza, ma lo fa con dolore e con poca fortuna.
Sia per coloro che scelgono la strada più semplice che per coloro che decidono di cercare una propria strada, il percorso è molto difficile. Ci racconta di donne che hanno difficoltà a dissentire, ma anche a seguire la strada tracciata per loro: una generazione di donne diverse dalle loro madri, che studia, va al cinema, entra il contatto con un mondo più grande della provincia da cui provengono. Tornare indietro è impossibile e non solo fisicamente.
Questa frase Alba De Cespedes la scriveva nel 1938 e c’è un eco nemmeno troppo vago della Simone De Bevouir. La trama ricorda anche “Il gruppo” di Mary Mc Carthy, un libro che uscì negli anni Sessanta e che fece molto discutere in America. Il tema è sempre lo stesso: la felicità delle donne non abita dove si pensa debba stare, le donne vogliono altro e sono destinate a superare prove dure sia ribellandosi che decidendo di non farlo. Ecco, secondo me la Mc Carthy aveva letto la De Cespedes, che scrisse moltissimi libri nella sua vita. Era una scrittrice internazionale, editata anche all’estero. A me piace pensarlo.
Ma sapete se oggi volete leggere un libro della De Céspedes cosa dovete fare? Comprarvi Il Meridiano della Mondadori. Bello, per carità, ma destinato a quegli scrittori che dobbiamo considerare una pietra miliare della letteratura, per appassionati, ma che non merita più una nuova edizione.
E invece no: il linguaggio delle De Céspedes è molto fluido, gradevole, potrebbe essere letta a scuola, potrebbe far riflettere anche le giovani donne di oggi. Troppe volte ci dimentichiamo da dove veniamo, quanta strada abbiamo fatto in questi decenni. E ci capita perchè accettiamo di essere messe in soffitta. Come è capitato alla De Céspedes, appunto.