Crescere una bambina femminista: i consigli di Chimamanda Ngozi Adichie

Diceva Simone De Beauvoir che “Donna non si nasce, si diventa”; non si nasce nemmeno femministe, ma si può essere educate ad esserlo, almeno secondo quello che dice Chimamanda Ngozi Adichie nel suo pamphlet in uscita il 7 marzo. Si intitola “Cara Ijeawele. Quindici consigli per crescere una bambina femminista” e questa mattina su Robinson, l’inserto culturale di Repubblica, è stata pubblicata una sintesi delle raccomandazioni della scrittrice nigeriana. Ma ha senso oggi cercare di crescere una bambina femminista?

La scrittrice nigeriana ci prova, con quindici consigli utili e nemmeno troppo scontati, perchè oggi crescere una giovane donna non è un’impresa semplice. Sono ancora molti gli stereotipi con i quali le bambine devono fare quotidianamente i conti, partendo da una scuola che fin dai primi anni costringe a relazionarsi solo con figure femminili. Ci sono ancora giochi da maschi e giochi da femmine, corredini rosa e celesti, tanti eroi e poche eroine, corpi da favola e corpi da cestinare.

La consapevolezza del proprio essere donna si costruisce lentamente e soprattutto con l’esempio. Ho una figlia di 11 anni e so quanto siano importanti i modelli di donne che cerco di proporle. La mia vita personale, le mie amiche, il mio rapporto con il lavoro, con suo padre, sono tutti aspetti che vengono da lei studiati, rielaborati, interiorizzati. I suoi sogni e le aspettative che costruisce per il suo futuro sono legati agli orizzonti che riesco ad aprire di fronte ai suoi occhi.

In questa intervista a Chimamanda Ngozi Adichie uscita su D-Repubblica quando è uscito il suo libro “Dovremmo essere tutti femministi“, questa donna si racconta in tutta la sua complessità. E la sua complessità risiede nei numerosi ruoli e stereotipi che ha dovuto interpretare nella sua vita, sia come donna che come africana, in un mondo che subisce una forte dittatura culturale anglofona. Il suo libro “Dovremmo essere tutti femministi” è la trascrizione di una Ted Conference alla quale ha preso parte e che ha avuto milioni di visualizzazioni. Io invece vi consiglio di vedere questo suo Ted del 2009, regalatevi 15 minuti di intelligenza.

In questa conferenza Chimamanda Negozi Adichie ci parla dei pericoli della narrazione della storia unica. Praticamente quel modo semplicistico e stereotipato che abbiamo di raccontarci il mondo, per cercare forse di renderlo comprensibile, senza fare troppi sforzi. I pericoli della “storia unica” riguarda sicuramente il nostro rapporto con gli immigrati, ma anche con le donne. E’ quel modo di dare voce solo a una storia l’ostacolo maggiore alla costruzione di quella consapevolezza del ruolo che noi donne meritiamo di svolgere all’interno della società. Perché ancora di strada ce n’è da fare, a partire dalla politica.

E allora torno alla domanda iniziale: ha senso oggi crescere una bambina femminista? Se femminista significa consapevole del suo essere donna, io credo che ce ne sia un gran bisogno. E non vedo l’ora di leggere il libro della Chimamanda Negozi Adichie.

 

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