“Quaderno Proibito” di Alba De Cespedes: il diario di una persona qualunque

Scritto 70 anni fa, è la storia di Valeria: 43 anni, madre, moglie e mai donna

Le pagine ingiallite, un’autrice che ormai è introvabile, un titolo che fa sorridere in quella copertina stile anni Sessanta: niente mi aveva preparato al libro che poi mi sono trovata ad affrontare, in alcune parti un vero cazzotto nello stomaco. “Quaderno Proibito” di Alba De Cespedes ha per protagonista una donna senza troppi fronzoli, che si definisce anzitutto madre, moglie, figlia. Divisa tra lavoro e famiglia, non ha mai tempo per sé: pensa a tutti ma nessuno pensa mai a lei e alle sue esigenze. Tutti intorno a lei danno per scontato che la sua soddisfazione e il suo appagamento risiedano in quel prendersi cura di loro.

Poi un giorno, a 43 anni, compra per caso un quaderno, ne fa un diario e si scopre anche una donna. Inizia a scrivere per caso, ma diventa gelosa dei suoi pensieri e la sua vita fissata in quelle pagine le appare in tutta la sua banalità. Si accorge di sentirsi ancora giovane, di avere il desiderio di piacere e di piacersi, di voler fare nuove esperienze. Quel matrimonio in cui era convinta di essere stata soddisfatta per tanti anni, improvvisamente le appare per quello che è: una unione tra due persone che seguono percorsi diversi e che hanno in comune solo la quotidianità.

Quando ci sono figli in casa, già a trent’anni bisogna fingere di non essere più giovani se non per giocare, ridere con loro: fingere di essere solo un padre e una madre; e a forza di fingere, a forza di aspettare che loro siano usciti, che loro non sentano, non immaginino, si finisce per non esserlo davvero più.

I figli di Valeria, la protagonista del romanzo, sono ventenni, pronti a fare le loro scelte di vita. In particolare Mirella, la figlia, rappresenta un modello di donna lontano da Valeria, che invece ha sempre vissuto nella gabbia del “si deve fare”, “non si può fare”. Osservando Mirella fare le sue scelte, Mirella si pone tante domande sulla sua vita e quel diario è lì, pronto a non lasciarla respirare in questo percorso dentro sé stessa. Il marito non è un uomo cattivo, ma non vede.

La necessità di lavorare per guadagnare denaro, di leggere il giornale per seguire gli avvenimenti politici, gli conferisce il privilegio di isolarsi, di difendersi: il mio compito invece è quello di lasciarmi devastare. Tanto è vero che, quando scrivo in questo quaderno, sento di commettere un grave peccato, un sacrilegio: mi pare di discorrere con il diavolo.

Non voglio raccontarvi come finirà la storia di Valeria, perché magari avrete la fortuna di trovare una vecchia copia di questo libro in un mercatino, come è successo a me. Sono trascorsi 70 anni, ma quella voce mi ha colpita, perché racconta un disagio che ognuna di noi vive. Il lavoro ci ha liberato, ma ci ha anche incatenato. La vita di ogni donna è legata alla fatica quotidiana, con la quale si deve fare i conti. E’ vero che oggi gli uomini sono più disponibili alla condivisione, ma sono anche aumentati in maniera esponenziale gli impegni che ha una famiglia.

Mi sono confrontata con alcune donne che avevano letto questo libro anni fa, alcune anche quando era appena uscito. Tutte mi hanno confermato che lo ricordano come un libro che ti “rimescola” qualcosa dentro, fa provare un fastidio, perché dentro ognuna di noi c’è un po’ una Valeria. Una donna che non ha tempo per la sua interiorità e che all’improvviso, quando si trova a doverci fare i conti, resta sconvolta da quell’abisso. Tante di noi cercano di nascondersi dietro delle etichette, perché ci sembra che sia il modo migliore di semplificare le cose.

In fondo l’immensa Virginia Woolf ci diceva che ogni donna avrebbe bisogno di “Una stanza tutta per sé” ed è alle fine quello che ci troviamo a desiderare. Un po’ di silenzio, per ascoltare la nostra voce. Poi magari non ci piace quello ha da dirci, ma è un rischio che dobbiamo correre.

PS: Potremmo anche chiederci perché questo libro non viene più pubblicato, perché una scrittrice come Alba De Cespedes non viene più stampata oggi. Forse qualcuno l’ha ritenuta superata?

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