Meg Wolitzer: perché noi donne dovremmo leggere “The Wife”

“The wife” di Meg Wolitzer non era finito nella mia lista delle prossime letture: in genere o leggo il libro o vedo il film. Se poi il film si annuncia come un grande film in odore di Oscar, evito entrambi. Questa volta ho sbagliato nel giudizio. Premetto che non ho letto “The wife”, ma che uscirò a comprarlo non appena avrò pubblicato questo pezzo e spero che lo farete anche voi.

In questi giorni ho letto tante cose sulla sua sua autrice e su questo libro, in molti casi recensioni e pezzi scritti da infastiditi critici maschili. Perché dobbiamo ricordarcelo che nel nostra paese la cultura è ancora molto una cosa da uomini.

Il primo fastidio l’ho provato leggendo la recensione di Antonio D’Orrico sull’ultimo numero di Sette del Corriere. Parlando di questo libro in maniera canzonatoria e misogina (ma d’altra parte lui quasi mai parla di letteratura femminile), ha concluso il pezzo scrivendo:

Meg Wolitzer, che ha qualche fase troppo lavorata, mi ha ricordato una battuta di Ennio Flaiano: le donne scrivono per vendetta. Stavolta, per vendetta, è stato scritto (preterintenzionalmente) un buon romanzo

Sono certa che adesso state morendo dal ridere, perché quello che D’Orrico voleva era suscitare ilarità nei confronti di questo strano essere chiamato “scrittrice”.

Poi, leggendo Repubblica di ieri, scopro che alla presentazione del nuovo libro della Wolitzer alla Buchmesse a Francoforte c’era un pubblico quasi esclusivamente femminile. Naturalmente la scrittrice è stata etichettata come femminista, anche perché presentava il nuovo libro intitolato “The female persuasion”. Questo è stato sufficiente a far scappare gli uomini. Femminismo è una parolaccia, un virus dal quale stare lontani.

Ho fatto un po’ di ricerche sul web, ho letto anche recensioni su giornali internazionali di questo libro e c’è sempre un po’ di fastidio nei critici “maschi”: è bravina, insomma questa scrittrice. E come tutte le donne “bravine” dà fastidio.

Ecco, io credo che ognuna di noi dovrebbe leggere “The wife“, perché dobbiamo imparare a sostenere le donne che possono dare voce al nostro punto di vista, dobbiamo sostenerle. Dobbiamo imparare ad indignarci, una cosa che a noi italiane non riesce bene.

Dopo l’abominevole pezzo di Federico Moccia uscito sulla prima pagine del Corriere della Sera nei giorni scorsi, avremmo dovuto scendere in piazza usando le pagine di vecchi numeri del Corriere della sera come carta straccia, in cui avvolgere rifiuti e pesci morti. E’incredibile che ancora oggi la società cerchi di colpevolizzare le donne per tutto quello che non funziona tra le mura domestiche.

E’ incredibile che un buon libro che parla di una donna di 64 anni che a un tratto decide di prendere in mano la sua vita, venga definito come un libro scritto per vendetta. E quel che è peggio, che venga detto con un tono giocoso, come se si parlasse a un bambino.

La principale accusa che Joan rivolge a Joe è di essere uno a cui piacciono le donne (!!!)

scrive il critico del Corriere della Sera. Sig. D’Orrico, sta ridendo solo lei.

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